Occhio ad usare i link shorteners nelle vostre newsletter

Chi frequenta Twitter sarà certamente abituato:
1) a dover fare i conti con lo spazio risicato a disposizione e
2) ai cosiddetti link shortener ovvero agli “accorciatori di link” (orribile definizione, me ne rendo conto!),  sistemini via web in grado di accorciare la lunghezza delle URL inserite nei tweet.

Sul social network dell’uccellino è tutto un fiorire di strani domini (avete presente i vari  bit.ly, goo.gl, ow.ly e decine di  altri) seguiti da altrettanto strane sequenze alfanumeriche. Ebbene, questi URL sono soltanto un modo per diminuire la lunghezza dei link in modo da recuperare spazio a disposizione per i tweet. Uno dei primi sistemi di “link shortening” è stato TinyUrl, nato nel 2002, e che ancora oggi si può intravedere sulla timeline di Twitter.

Ecco un esempio che mette in evidenza i vantaggi in termini di lunghezza e di spazio occupato nell’uso di uno shortener. Un link come questo:

http://www.emailmarketingitalia.it/newsletter-via-email-6-consigli-per-produttori-e-marketer-del-vino.html

può essere “accorciato” in questo modo (usando il servizio ow.ly):

http://ow.ly/7bGBZ.

Molto più compatto, vero? Per vedere come funziona copiate e incollate questo URL nel vostro browser: verrete rediretti sul link precedente dedicato al vino!

Dopo questa premessa, viene una domanda: usare oppure no i link shorteners nelle email?

Il quesito non è campato in aria dato che oramai l’abitudine di accorciare i link imperversa sulla rete ed è comunissimo vedere queste URL un pò dappertutto sui social network, da Facebook a Linkedin, ma anche direttamente sui siti web e naturalmente anche all’interno di newsletter e semplici email personali.

A quanto pare molti dei domini utilizzati per lo shortening dei link sono inseriti nelle più importanti Blacklist mondiali con il grave rischio di far finire le email nella cartella “posta indesiderata” dei destinatari. Detto in altre parole,  le email contenenti questi link hanno buona probabilità di essere considerate spam!

Di questo problema ne parla Justin Premick (Director of Education Marketing di AWeber) in un’ottimo articolo su Deliverability.com.

Innanzitutto Premick si chiede perchè mai un link shortener dovrebbe finire in una Blacklist? Nato solo come meccanismo  per accorciare i link, un link shortener può in realtà essere utilizzato per nascondere i link delle vere pagine di destinazione. Ad esempio, uno spammer potrebbe voler utilizzare un “link accorciato” per non far vedere il suo vero dominio al lettore di un’email o ancora per evitare che le sue email finiscano nel filtro antispam del destinatario (antispam che andrebbe, invece, a caccia  del vero dominio dello spammer!).

Ecco perchè parecchi link shortener sono inseriti in alcune tra le più importanti Blacklist utilizzate dai provider di tutto il mondo per tenere a bada le “email-spazzatura”. Questo è un elenco stilato da Premick e aggiornato al 24 ottobre scorso:

Elenco dei link shortener inseriti nelle blacklist
Elenco dei link shortener inseriti nelle blacklist (cliccare per ingrandire) © Deliverability.com

E allora conviene oppure no utilizzare i link shortener nelle email? La risposta è ovviamente NO.

Molti marketer pensano che sia fico (per usare un termine chiaro a tutti!) usare gli shortener nelle proprie email. Non tengono conto, però, che i destinatari di un’email si sentirebbero più al sicuro vedendo il nome di un vero dominio all’interno dei link piuttosto che un misterioso shortener. Come dimenticano pure una semplice regola di marketing: usando il dominio (il vostro, per esempio) rafforzate il vostro brand!
E poi non è detto che uno shortener che non è  attualmente blacklistato non potrebbe esserlo in futuro!

Morale della favola: meglio utilizzare i link shortener solo nel loro ambiente naturale ovvero nei tweet o nei post su Facebook.